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Giocando con l’arte

ReGiS a Orticolario 2018

‘Playground’, Tom Otterness, Silver Towers, New York

“Esiste un legame tra gioco e arte. L’arte come il gioco presuppone un’azione creativa e genera emozioni, esprime una funzione sociale e comunicativa. È così che gli interventi artistici possono creare occasioni ludiche. (…) Può trattarsi di opere artistiche nate come tali e che spontaneamente e casualmente acquistano una funzione giocosa in seguito all’interpretazione del pubblico.”

Oltre alla dimensione creativa, partecipativa, paesaggistica e comunicativa, le opere possono avere implicazioni economiche e sociali, generando così un’occasione collettiva per riflettere sull’utilizzo di diverse risorse. Ne sono un esempio le installazioni in cui si contempla il riutilizzo di oggetti di uso quotidiano, delle infrastutture o degli spazi pubblici abbandonati.

In altre occasioni l’opera nasce invece come vera e propria installazione ludica in cui l’energia del “giocatore”, che si sente parte dell’opera stessa, si integra con l’energia creativa dell’artista.

Qualche esempio?
Nel parco dello Château de Sceaux a sud di Parigi, opera di André Le Nôtre, è stato realizzato un percorso ludico che, oltre alla particolare cura dell’aspetto tematico, contempla la proposta di sculture contemporanee che si integrano perfettamente con il sito seicentesco.
In Italia, invece, con “Il Giardino Volante” di Villa Capecchi a Pistoia, è stata riqualificata una parte in abbandono del giardino attraverso l’inserimento di sculture-gioco con le quali interagire e allenare la fantasia.
Molto interessanti e di grande impatto sono le gigantesche opere dello scultore americano Tom Otterness in aree gioco pubbliche di New York e del mondo.
Ai Kew Gardens, vicino a Londra, un’opera di land art realizzata con alcuni alberi caduti durante un uragano, si è perfettamente inserita nel contesto: un percorso avventuroso fra i tronchi unito alla didattica. Un progetto indubbiamente riuscito, ma non sempre attuabile se si considera il contesto del giardino storico, che richiede un’attenzione particolare. I giochi realizzati con elementi naturali, infatti, non appaiono sempre compatibili con zone ad impianto formale o contigue alle architetture.

Diverse e sparse nel mondo sono le scelte di far “giocare con l’arte”, unite tutte dal desiderio di educare al gioco e all’apprezzamento dell’arte nello stesso momento.
“L’arte, la bellezza, la creatività dovrebbero far parte del mondo di tutti e in particolare di bambini e ragazzi in tutte le fasi della loro formazione”.

Fonti e fotografia:
da “Il Gioco nel Giardino e nel Paesaggio” a cura di Laura Sabrina Pelissetti e Lionella Scazzosi (ReGiS – Rete dei Giardini Storici, 2017):
‘Spazi ludici all’aperto in città’ di Francesca Pisani
‘Giocare nel giardino storico conoscendo, rispettando e valorizzando il giardino’ di Alberta Cazzani, Carlotta Maria Zerbi
‘Il gioco nelle forme e delle forme del giardino storico’ di Giusi Rabotti