L’intervista a Lorenza Figari

Lorenza Figari, Architetto

L’intervista

L’ultimo libro che hai letto? E il prossimo?
“Gardens of a Golden Afternoon” di Jane Brown, sul rapporto tra architetto e plantswoman.
“Hummelo: A Journey Through a Plantsman’s Life” di Piet Oudolf e Noel Kingsbury. Il mio pittore olandese preferito dopo Vermeer e Van Gogh!

Il tuo prossimo viaggio?
In Scozia

Colore preferito?
…il verde, naturalmente!

La pianta che ti sta più a cuore? 
Amo le piante spontanee, specialmente se invasive. Mi stanno a cuore gli alberi, per i quali troppo spesso non c’è spazio in città. Ma ho un debole per la rosa, per le varietà antiche, profumate, a fiore semplice e inglesi

Dove vorresti vivere?
… su un albero?

La tua epoca storica preferita?
L’attuale, è piena di potenzialità, è ancora da progettare

Attraverso poche parole, ci descrivi una scena che per te rappresenta “bellezza ed eleganza”?
Prendo in prestito un haiku del poeta e pittore giapponese Yosa Buson (1715-1783):
Cadono i fiori di ciliegio
sugli specchi d’acqua della risaia:
stelle, al chiarore di una notte senza luna

Come pensi di poter “contagiare bellezza”?  
Per me la bellezza non è un virus, piuttosto un anticorpo, una reazione contro il male ed il brutto. Occorre reagire, non rassegnarsi. Ed il verde è il colore della speranza

Cos’è per te un giardino? 
Un magnifico campo di sperimentazione, in cui architettura e natura s’incontrano e s’addomesticano a vicenda. Un luogo magico, in cui le piante ed i loro ospiti non smettono mai di stupirti

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