Nella storia della Fuchsia, la bella ballerina dai colori sgargianti, i viaggi in mare hanno avuto un ruolo fondamentale.
I nomi
I fiori della Fuchsia hanno tanti nomi: cappellini o trombettine di fate, lunghi e vistosi orecchini (gli inglesi le chiamano Ladies’ eardrops), campanelle del Paradiso terrestre, danzatrici dal tutù sgargiante e dalle tante gambe. Secondo Alfredo Cattabiani pendono “come una cascata di elfi tramutati in vegetali”.
Da dove spuntano?
Charles Plumier nel 1693, missionario francese, torna dal Messico, dopo tre anni, e, abbozzando un disegno approssimativo, rivela all’Europa l’esistenza di questa bella ballerina.
Tradizionalmente avrebbe dovuto darle il suo nome, ma le dedica a Leonhart Fuchs, creatore di uno dei più importanti erbari europei nel secolo precedente. Nasce così la Fuchsia.
Ci è voluto un secolo, prima che “l’elfetto” diventasse un fiore amato e alla moda.
E il mare?
Da quel che si sa, due sono le barche che hanno dato inizio alla storia della Fuchsia.
La prima è quella del capitano Firth che la porta ritornando da un viaggio in Sudamerica. Puff! Eccola apparire alla fine del Settecento nei Kew Gardens di Londra.
Qualche anno dopo, James Lee, famoso coltivatore, attraversando in carrozza un paesino vicino a Londra, vede spuntare davanti a una casa una Fuchsia sgargiante e coloratissima.
Ferma i cavalli, sbigottito, scende dalla carrozza e chiede alla proprietaria:
“Incredibile Madam. Chi le ha portato una simil bellezza? Le pagherò un’ingente somma per averla!”
“No caro Sir, questa me l’ha portata mio figlio dall’America”
(A noi piace immaginare che abbiano parlato così)
Lee chiede alla cara signora qualche rametto che, da bravo coltivatore riesce poi a riprodurre. Il suo vivaio diventa così famoso, con un continuo viavai di affascinati dalla bella pianticella, detta in Brasile “cespuglio di bellezza”.
Il suo colore predominante tra il rosa e il violetto diventa così il nostro ‘fuchsia’.
Ecco che arriva la ballerina dal mare…
Fonte:
“Florario. Miti, leggende e simboli di fiori e piante”. Alfredo Cattabiani (Oscar Mondadori, 2016)