Natura sensitiva e la lanciatrice di polline

Testo di Anna Rapisarda Visual Designer

È molto bella, sportiva e “cacciatrice”.
Si chiama Kalmia latifolia ed è una pianta originaria degli Stati Uniti orientali.
E come trascorre il suo tempo la bella Kalmia?
Lancia il polline nell’aria, utilizzando una serie di dieci filamenti che risiedono nei suoi fiori e che agiscono come catapulte (vedi filmato nell’articolo di riferimento).

Secondo Callin Switzer, tra gli autori di una ricerca effettuata sulla pianta, i filamenti sono sotto tensione, ma quando un insetto si avvicina ad essi, scattano e lanciano il polline in ogni direzione, quindi anche sull’insetto stesso che poi agisce come impollinatore, trasportando il polline su un altro fiore.
Un’altra teoria, che Switzer non ha appoggiato, ipotizza che il polline venga lanciato in aria e trasportato dal vento su altre piante.

La sperimentazione

L’analisi si è svolta in quattro fasi diverse.
Durante la prima gli scienziati hanno cercato di comprendere la biomeccanica delle catapulte, quantificandone la velocità quando sparano il polline.
Nella seconda fase hanno ricreato una mappa di calore per comprendere con precisione la direzione del lancio.
Durante la terza fase hanno preso in esame gli insetti impollinatori che visitavano i fiori.
Nella quarta ed ultima fase, invece, hanno cercato di comprendere se la pianta vanta una reale capacità di autoimpollinazione, ossia senza bisogno di insetti.

I risultati

Le catapulte lanciano il polline alla velocità di quasi 13 km/h. Il polline viene lanciato verso il centro del fiore e, proprio per questo, secondo Switzer, le catapulte potrebbero essere innescate solo dagli insetti più grandi, come ad esempio i bombi.
Impedendo agli impollinatori di visitare la pianta, i ricercatori hanno scoperto che i fiori non sono riusciti a produrre semi. Un segnale del fatto che le probabilità che possano autoimpollinarsi sono molto scarse.

Fonte articolo e video:
notiziescientifiche.it

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