Natura sensitiva e il Partenio

Testo di Diego Parolo | Geel Floricultura

Tanacetum parthenium

Chiamata anche Matricale (dal latino matrix, utero), è una pianta spontanea delle regioni mediterranee orientali, dalle quali si è diffusa in tutta la nostra penisola e nel resto d’Europa, probabilmente disseminandosi spontaneamente da antiche coltivazioni nei giardini e negli orti.
La coltivazione a scopo medicinale è stata senz’altro il motivo della sua grande diffusione.
Nel passato infatti il Partenio era ritenuto efficace per combattere le febbri, il mal di testa e vari disturbi femminili, soprattutto quelli connessi al parto.

Il nome della specie Parthenium che deriva dal greco Parthénos, “fanciulla vergine”, indica infatti l’uso che se ne faceva nella cura delle affezioni femminili.

Si trova soprattutto nelle zone collinari, specialmente quelle ombrose o di mezza ombra. Particolarmente tipica delle vallate dei fiumi Chiampo e Agno in provincia di Vicenza, è chiamata “maresina o amaresina”.
In alcune località viene coltivata come pianta ornamentale in quanto molto resistente e con una bella fioritura a piccole margherite simili alla camomilla.
È soprattutto comune sui muri e terrazzamenti collinari e montani, dove si diffonde rapidamente.

Il Partenio ha un sapore amarognolo ed entra in cucina in “punta di piedi” nella preparazione di frittelle dolci e salate, tipiche della festa nel vicentino, nelle frittate in provincia di Verona, in Valtellina e con il nome di “stramisia” nel ripieno dei tortellini a Trieste.

Nel vicentino, ricordando i tempi passati…
Nel pomeriggio dei festivi gli adulti partecipavano alle “funsion” (funzioni) e all’uscita della chiesa si recavano “dalla Nela, la fritola calda, bona, bela” (dalla Antonella, la frittella calda buona e bella).
Ed ecco la ricetta delle frittelle:
– preparare una pastella con farina bianca, latte, acqua, sale e pochissimo zucchero (le proporzioni vanno adeguate a piacere) da impastare fino ad ottenere una pastella adatta per essere fritta a cucchiaiate in olio bollente a cui si aggiunge una foglia di maresina sminuzzata (per ogni cucchiaiata);
– sgocciolare e lasciar asciugare su carta assorbente;
– cospargere di zucchero semolato e gustare calda.

Ricetta della “Torta con la maresina”
– sbattere a crema tre tuorli d’uovo con 50 gr di burro morbido e 140 gr di zucchero semolato aromatizzato con la scorzetta gialla grattugiata di mezzo limone e un bicchierino di grappa vicentina;
– aggiungere 50 gr di farina bianca mescolata a 80 gr di fecola di patate, un cucchiaino di lievito in polvere per dolci e un pizzico di sale, facendo scendere tutto a pioggia da un setaccio;
– unire al composto un cucchiaio di foglie di maresina tritate e tre albumi montati a neve;
– versare il composto in uno stampo imburrato e infarinato;
– cuocere in forno a 180° per 30 minuti;
– servirla fredda con zabajone al Torcolato

Benessere totale!

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