Tra i gioielli del giardino

Orticolario 2019. Tra i gioielli del giardino
Ph. Maurizio Feletig

A cura di
Maurizio Feletig
Azienda Agricola Maurizio Feletig
Arignano (To)
rosebacche.it

Bacche, pomi, drupe… tanti piccoli gioielli colorati tra i rami nudi

Una sorprendente e generosa passeggiata

Si sa, le prime giornate invernali che ammantano di brina il paesaggio e il giardino, non invitano certo a passeggiare tra gli alberi e i cespugli che, con la “brutta” stagione hanno perso il loro fascino, ma lo fanno invece le piccole bacche viola che piegano sotto il loro peso i rami grigi della Callicarpa: troppo attraenti per non aver voglia di guardarle e – perché no? – rubarne qualche rametto per decorare la casa.
Per non parlare dei pometti lucenti, rossi, gialli, arancioni e viola che ricoprono ogni piccolo ramo dei sontuosi Meli da Fiore.
E ancora le rosse drupe carnose che pendono copiose dalle siepi di Biancospino: “condomini” per i voraci e utilissimi uccelli insettivori.

Danno la sensazione di vivere in un ambiente generoso, dove l’accoglienza viene riservata a tutti, nessuno escluso.

Viaggi nel tempo e intorno al mondo

Sono tante le piante capaci di produrre piccoli frutti colorati in grado di decorarle per buona parte dell’autunno e dell’inverno.
Fino a pochi decenni fa costellavano di macchie colorate le nostre campagne, dove erano utilizzate per delineare i confini tra le proprietà e dove fungevano da rifugio e da dispensa per una disparata e ricca fauna selvatica.

Oggi, per fare spazio alla meccanizzazione, non resta che qualche sparuto cespuglio di Prugnolo che, con la sua precoce e spettacolare fioritura bianca, annuncia l’arrivo della primavera (e che in autunno ci regala tante piccole, immangiabili e coriacee prugnette con cui si produce uno squisito liquore!), o qualche intricata Rosa canina i cui cinorrodi rosso ciliegia adornano di ghirlande colorate i rami nudi.

Ma ora, e già da qualche secolo, grazie all’opera instancabile dei “cacciatori di piante” (e dei vivaisti che le hanno riprodotte, fatte conoscere e, grazie alle ibridazioni, in molti casi migliorate), la complessità e la variabilità che la natura ci offre è a nostra completa disposizione.

Dalle Americhe e dall’Estremo Oriente sono arrivate in Europa tante nuove specie con caratteristiche sconosciute e differenti, come l’Aronia melanocarpa, aggraziato e folto arbusto nord americano. Generosissimo nella fioritura bianca simile a quella del nostro Biancospino, con i suoi opulenti grappoli di frutti neri e succosi si produce un succo ricco di vitamine.
Una sua varietà, l’Aronia arbutifolia ‘Brilliant’, si ricopre invece di piccole bacche rosso lucente, che contrastano con le colorazioni arancioni porpora e giallo dorato del fogliame autunnale.

I rami della Callicarpa dichotoma, morbido e robusto cespuglio dal portamento arrotondato originario delle regioni centrali della Cina e del Giappone, si ricoprono di generosi grappoli di minuscole bacche ametista, affascinanti come quelle di una sua varietà, la Callicarpa dichotoma var. albifructus, dai frutti sorprendentemente bianco latte.

E infine un genere di piante conosciuto quasi esclusivamente per le generose e ripetute fioriture: la Rosa!
Inimmaginabili le forme, i colori e le dimensioni che i suoi strani frutti, chiamati cinorrodi, assumono nelle diverse specie.

Oltre alla nostra cara, vecchia Rosa canina, esistono specie asiatiche con frutti arancioni simili ai ricci dell’Ippocastano come la Rosa roxburghii plena, grande cespuglio folto e perennemente fornito di grandi fiori stradoppi rosa scuro, o altre, di origine nord americana, come la Rosa palustris in grado di crescere anche nei terreni più umidi che, dopo una fioritura rosa chiarissimo, sorprendentemente tardiva, si riveste di grappoli penduli di frutti tondi arancione chiaro, che brillano sul particolare fogliame rosso vinaccia.

Bene! La nostra passeggiata è finita

Rientriamo in casa con le braccia cariche di rami ricchi di frutti colorati, di cestini pieni di bacche carnose pronte per esser trasformate in deliziose gelatine e, forse, con la consapevolezza – se è vero, come qualcuno ha scritto, che in una piccola mela è racchiuso un frutteto – di aver contribuito all’arricchimento di questo pianeta bistrattato.