Viaggio con paesaggio di lago e i misteri di Fiumelatte

Testo di Anna Rapisarda Visual Designer

Il torrente che appare e scompare
Breve, ma intenso, candido e misterioso, antico e leggendario.

È il torrente Fiumelatte, il secondo corso d’acqua più breve d’Italia, che appare e irrompe, con il suo accecante biancore, nel paesaggio dell’omonimo borgo.
Esce da un antro oscuro a marzo, e scompare a ottobre, ritirandosi nelle profondità della montagna che ne custodisce i segreti.
250 metri di acqua bianca, da tanto impetuosa e spumeggiante è, che scorre nella fitta vegetazione, tra massi ciclopici e vecchie case di pescatori, per tuffarsi in «Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi…».

La sua intermittenza è riconducibile a un sistema di canali carsici, il cui condotto superiore è la cavità da cui sbocca, per un fenomeno definito “troppopieno”.
Questo suo bizzarro “comportamento” e la sorgente, nascosta in un labirinto di cunicoli e caverne, affascinano da secoli esploratori e studiosi: da Leonardo da Vinci a Girolamo Serra, Amoretti e Spallanzani, e scrittori come il francese Antoine Claude Pasquin, detto Valery.

Tra leggende e tradizioni


Con il suo «inistimabile strepitio e romore»¹, il torrente disegna, insieme alla sua irraggiungibile fonte e alla grotta, con il borgo e il bosco, un paesaggio da leggenda, teatro dei racconti di giovani impazziti, sparizioni, regni fatati e fanciulle.

Da novembre, nei mesi di secca, tra gli abitanti era tradizione raccogliere il morbido muschio che ricopriva il letto di Fiumelatte, prezioso per l’allestimento dei presepi.
Un’usanza dimenticata, e che quindi vogliamo ricordare, magari in cammino, lungo il sentiero che dal paese sale verso la grotta da cui il torrente sbuca.

Cronache recenti


Nelle cronache recenti, gli speleologi si sono spinti oltre limiti prima invalicabili, addentrandosi sempre più nella montagna per scoprire ed esplorare un impetuoso torrente sotterraneo che prosegue la sua corsa verso le sorgenti, attraverso una profonda gola.

Ma la fonte del «Fiumelaccio»² è ancora oltre, negli abissi della Grigna.

Fonti:
storiedimenticate.it
libereali.it
ilgiorno.it

Note:
¹ e ² “Codice Atlantico” Leonardo da Vinci

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