Ph. Anna Rapisarda
L’acqua non ha forma.
Non è vero, le possiede tutte.
È fiume, lago, torrente, è nebbia, pioggia, neve, è vapore, ghiaccio, grandine, …
In una parola, è forma.
È incolore.
Non è vero, è di tutti i colori del paesaggio di cui fa parte.
È insapore.
Non è vero, partecipate a una degustazione di acqua e rimarrete sbalorditi dalle scoperte del vostro palato.
Da un estremo all’altro delle sue forme
L’acqua scorre, s’insinua, scende, cade, rigenera, modella, …
Per la Terra e ogni essere vivente è vita e sopravvivenza.
È invece morte e distruzione quando la violenza estrema di cui è capace, trasforma, stravolgendolo per sempre, il paesaggio sul quale si abbatte.
Bagnati fradici e annebbiati
Nel mondo c’è un “angolo” unico, il più umido del pianeta, in cui l’acqua si scatena come in nessun altro luogo.
È nella zona di Meghalya, tra gli Stati più piccoli dell’India.
In particolare, Sohra (Cherrapunji) è conosciuta per essere la più piovosa: in un solo anno si sono registrati circa 26000 mm di pioggia e più di 9000 in un solo mese. Numeri impressionanti, ancora più sconvolgenti se paragonati a quelli italiani, dove la zona più piovosa è il Friuli che, tanto per intenderci, in un anno ha superato di poco i 6000 mm.
Vivere qui non è impresa semplice: piove praticamente ogni giorno e il sole è una vera rarità.
Ma la popolazione locale ha tratto insegnamento da questa complicata convivenza, realizzando case, strutture ed escogitando diversi sistemi per sfruttare al meglio l’acqua piovana, come vasche di raccolta e come ponti con coperture in stile “foglia di banana”, in modo da farla scivolare ai lati, senza toccare le costruzioni.
Perché piove così tanto?
Per le famigerate colline Khasi, diabolicamente perfette come canale per i cattivissimi monsoni, i venti che dal sud portano distruzione ogni anno tra Nepal, India, Pakistan e Bangladesh. Scontrandosi con pareti di roccia quasi verticali, l’aria umida sale vertiginosamente, condensandosi in nubi e temporali costanti.
Eventi estremi e violenti grazie ai quali questo paesaggio si è “conquistato” un soprannome da film fantasy: “dimora delle nuvole”.
Dalla casa delle nuvole allo scrigno della nebbia
Costituite da infinite goccioline d’acqua, le nuvole sono delle vere e proprie trasformiste, capaci di diventare nebbia, quella forma d’acqua creatrice di un paesaggio unico, che tutto avvolge con il suo “bianco ovattato e lattiginoso”.
Amata e odiata, affascinante, misteriosa e pericolosa, la nebbia è un prezioso scrigno d’acqua anche senza precipitazioni, in grado di, attraverso le goccioline che deposita su foglie e terreno, assicurare alla flora una buona quantità di umidità.
Il 2022 è stato probabilmente il miglior esempio in cui la nebbia della Pianura Padana ha potuto mitigare, almeno in parte, i prolungati e importanti periodi di siccità.
E il paesaggio più nebbioso della Terra?
Strano, ma vero, non esiste una risposta precisa.
Se piogge e temperature si possono misurare, a livello globale non è possibile farlo con la nebbia, se non in luoghi circoscritti.
Premesso questo, gli incontri più nebbiosi avvengono nelle vaste pianure dell’Europa orientale, piuttosto che nella Pianura Padana.
Dal sapore più di leggenda che di verità, si racconta la storia che sia in Canada il luogo più nebbioso della Terra: il suo nome è Grand Banks, nella provincia di Terranova. Qui, l’incontro tra correnti calde e fredde, genererebbe una nebbia quotidiana almeno per 200 giorni l’anno.
Nel dubbio, per confermare o smentire, immedesimiamoci in oziosi passeggiatori senza meta e vaghiamo tra i paesaggi del mondo per il puro gusto di perderci nel più nebbioso, immaginandolo creatore di storie e personaggi.